Trento, 28 luglio 2015 – Già da diversi anni la tendenza degli smartphone è nella sottigliezza sempre maggiore del telefono più che la sua grandezza che anzi, rispetto ai microcellulari della metà degli anni 2000, tende sempre più ad aumentare.
Il brevetto, sviluppato grazie al progetto europeo “el Dorado”, permetterà agli smartphone del prossimo futuro di essere i più sottili al mondo grazie ad un sistema che permette alla luce di diffondersi attraverso delle microantenne.
Titolari del brevetto depositato nel 2011 sono l’Università di Trento, insieme a quello di Harvard, e attualmente è stato dato in licenza proprio ad uno dei marchi più prestigiosi di smartphone, la coreana Samsung Electronics Company nella propria sede in Corea.
Il professor Gambirro spiega a Repubblica: “Il primo motivo di interesse deriva dallo spessore dei dispositivi, di pochi miliardesimi di metro, che suggerisce immediate linee di applicazione, laddove lo spazio è un bene prezioso e l’imperativo è la massima riduzione dell’ingombro, come ad esempio nelle telecamere per telefoni cellulari. C’è poi la compatibilità con la tecnologia a silicio. Quindi si possono immaginare in futuro piccolissimi circuiti, ciascuno associato a una microantenna, in modo da renderla ‘intelligente’ e farle ad esempio focalizzare un tipo di radiazione e un altro no oppure un colore da una parte e uno dall’altra”.
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